Le viene perforato l’utero durante un intervento: ginecologo rinviato a giudizio per negligenza e imprudenza
Questa è la storia di una giovane ragazza di 27 anni che, poco prima del suo matrimonio, ha voluto eseguire un piccolo intervento di conizzazione cervicale dell’utero per rimuovere le lesioni presenti nel collo dell’utero.
Nel maggio del 2021 si ricovera presso la Casa di Cura Santa Famiglia di Roma per subire l’intervento considerato di routine, la cui esecuzione non avrebbe dovuto comportare alcun rischio e della durata di circa 20 minuti.
Purtroppo qualcosa è andato storto in sala operatoria perché la giovane donna, dopo l’intervento, accusava forti dolori all’addome con conseguente vomito. In poco tempo moriva.
I familiari della vittima citavano in giudizio il medico ginecologo che l’aveva seguita per accertare la presenza o meno di profili di responsabilità medica.
L’errore del ginecologo consisteva innanzitutto nel sottovalutare la situazione clinica della paziente, decidendo di curare il malessere insorto dopo l’intervento chirurgico, con la prescrizione di alcuni fermenti lattici e negando la possibilità che fossero sorte alcune complicazioni legate al trattamento sanitario ricevuto.
Tuttavia, le condizioni cliniche della paziente non miglioravano tanto che veniva ricoverata d’urgenza all’ospedale San Pietro di Roma, dove veniva riscontrata la perforazione dell’utero.
I sanitari immediatamente procedevano con l’intervento chirurgico per chiudere la perforazione dell’utero.
Tuttavia la paziente iniziava a manifestare chiari segni di setticemia e, a distanza di una settimana dall’intervento di routine, decedeva.
Dall’autopsia effettuata sul cadavere della giovane donna emergeva la perforazione dell’utero.
Inoltre, il quadro della giovane ventisettenne veniva fortemente compromesso dallo sviluppo di una infezione che ha favorito un peggioramento clinico e poi il decesso.
Proprio per questi motivi la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio del ginecologo.
Dott. Luigi Pinò
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